Titolo: Ombre giapponesi
Autore: Lafcadio Hearn
Editore: Adelphi
Prezzo: 15 euro
«Darei non so che cosa per essere un Colombo letterario, per scoprire un'America Romantica in qualche regione delle Indie Occidentali, del Nordafrica o dell'Oriente dove i comuni cristiani non amano andare!» scriveva Lafcadio Hearn. Sin dall'inizio, del resto, la vita lo aveva passo dopo passo indirizzato a questo scopo. Alla fine dell'Ottocento il Giappone, pur aperto ai commerci con l'Occidente da mezzo secolo, rimaneva un mistero, e Lafcadio Hearn, «nomade civilizzato», si imbarca per scrivere un libro-reportage sul paese. Nato in Grecia, cresciuto in Irlanda, Francia e Inghilterra, vissuto in America un ventennio, celebre per i pezzi di cronaca nera e di squisita, insolita erudizione, è la persona più adatta. Ha sapienza proteiforme e «partecipazione animica», il segreto del grande interprete. Ed è il primo a cogliere il volatile incanto del Paese degli Dei, dove resterà sino alla morte. Naturalizzato giapponese, sposa la figlia di un samurai e prende il nome di Koizumi Yakumo. Fa di più: «pensa con i loro pensieri» e accede al kokoro, al cuore della gente. Miracolo d'innesto, assolve il delicato compito di catturare la bellezza dell'antico Nippon nel momento cruciale che precede la sua sparizione. Riporta alla luce antichi racconti orali e testi classici, facendo riscoprire anche ai nativi capolavori tuttora letti e amati. Come Andersen e i fratelli Grimm, Lafcadio Hearn è più una letteratura che un autore. Sono qui raccolti i testi narrativi sparsi nei suoi volumetti miscellanei: racconti per lo più a sfondo fantastico, pieni di atroci vendette di fantasmi – che si manifestano come insetti, ragni, rane, salici, peonie –, di mogli abbandonate, ma anche di pietose riconciliazioni fra due mondi separati dalla sottile membrana di un fusuma.
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